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Bio

Luisa Vanzini vive e lavora a Pavia, dopo il diploma di interior designer si laurea in architettura al Politecnico di Milano.

Specializzata in restauro conservativo di edifici storici nel 2019 crea la LÙSac un brand sostenibile che ha radici comuni col suo lavoro di architetto.

“Recupero. Restauro. Riuso sono le tre R che mi guidano nell’architettura, una bussola che rioriento sui tessuti, una passione che ho da sempre.

Imbattersi in una pezza di tessuto dimenticata o scartata, liberarla e ridarle nuova vita, non è diverso da scoprire, in un cantiere, qualche elemento che può ricostruire la memoria della casa attraverso la sua riparazione o anche una nuova funzione.

Sono una donna, conosco il valore del non sprecare, del riutilizzo creativo, mai così importante come in questo momento storico.”

L’Armadio: dove nasce la LÙSac

Per fare un sacchetto, più sacchetti, una cesta non basta. La cesta è piena di scampoli, ritagli, avanzi di stoffe che non sono riuscite a diventare tende o cuscini. Bellissimi, ma troppo piccoli e troppo pochi. Perfetto questo ritaglio che ho trovato, perfetta la consistenza fra le mani, ma ne servono altri.

“Guarda in quell’armadio” mi dice Giorgio, mentre stiamo lavorando insieme nella sua sartoria. “Ci ho messo tutto quello che non uso più.” Apro l’armadio e le pezze sembrano guardarmi: composte, divise in pile ordinate di colori, disegni, firme che hanno fatto la storia del design e che sono state protagoniste di tanti arredi creati in questo showroom.

Mi ritrovo sommersa dai ricordi. Sono nella casa in cui sono nata, con un sottotetto bellissimo, alto abbastanza da starci in piedi, pieno di armadi, bauli, cassetti colmi di vecchi scampoli che nei nostri giochi diventavano stoffe da vendere.

Con gli occhi pieni di quei ricordi, davanti a quell’armadio aperto, guardo Giorgio. “Fai quel che vuoi” mi dice, perché lui sa quando devo essere lasciata libera. E così, tra tanti ricordi e materiali a disposizione, comincia il viaggio: la mia prima LÙSac.

L’abbinamento: le Pezze

la LÙSac è come l’Amica che la sceglie: al mondo mostra il suo lato sgargiante, il tratto inconfondibile del designer, il decoro elaborato, la stampa preziosa, ma all’interno nasconde la forza, il tessuto silenzioso che la sostiene e al tempo stesso ne protegge il contenuto.

Impossibile dire se sia più importante l’esterno o l’interno; è proprio l’unione, l’abbinamento delle due Pezze che fa la differenza.

Sono le Pezze e le loro storie a dirmi come unirle, così le Amiche scelgono o compongono la loro LÙSac.

Che sia per somiglianza o per opposizione, per colore o per consistenza, le pezze si completano, si sostengono a vicenda, pronte ad affrontare il loro Viaggio.

L’interno: il Velluto

la LÙSac celebra il velluto, sinfonia morbida per il tatto, avvolgente, protettiva, segreta.

la LÙSac celebra il velluto perché appare delicato, ma resiste a tutto. Resiste alle chiavi, agli spigoli di libri e computer, agli schizzi delle onde sotto il sole delle vacanze.

la LÙSac celebra il velluto perché è sorprendente, svela il pieno nel vuoto.

la LÙSac celebra il velluto perché ogni Amica che la sceglie si ricordi sempre di avere cura della sé più nascosta e sorprendente.

In Sartoria

Che si tratti di fili, tessuti o scelte, le mani sanno sempre cosa è meglio.

Riconoscono subito la consistenza del tessuto, sanno cosa succederà quando l’ago inizierà il suo lavoro metodico di unione.

Le mani della sarta di LÙSac sanno la consistenza del filo che rende più forte una cucitura, il colore che la ingentilisce, la amalgama con il tessuto o la fa risaltare accendendo un disegno, un decoro.

Le dita si muovono sicure, i gesti si ripetono uguali da sempre, il patrimonio di chi sa fare, svelando alla fine del filo la sorpresa dell’aver ridato vita, dell’aver creato una nuova LÙSac.

La LÙSac è un aquilone, legato ogni volta a un filo diverso, si solleva dal tavolo della sartoria e mi riporta ad altre pezze, altri fili, nastri, gomitoli. Quelli del mio passato… quando ragazzina sceglievo con la nonna i tessuti dalle merciaie.

L’Etichetta: LÙ + Sac

Prima di tutto l’ho scritto, guardando i sacchetti da regalare alle mie Amiche ormai diventati borse, le prime LÙSac, cresciute all’improvviso.

Ho scritto LÙSac perché questa sacca sono io, Luisa, .

È nata dai miei occhi e, di mano in mano e di cura in cura, ed è arrivata fino a Te, a Voi.

Poi è arrivata etichetta in grosgrain ricamata con le tue iniziali per dirti che siamo parte dello stesso progetto.

Il Cuoio

La bellezza richiede un tempo indefinito, che lascia sempre una traccia per chi conosce e riconosce il valore di ciò che è fatto con cura.

Il cuoio della LÙSac viene da pelli che portano il marchio della concia naturale, quella fatta ancora in bottali di legno con sostanze vegetali e che non inquina la terra, anzi la nutre.

Ogni sacca richiede un tempo diverso, speso sul tavolo della selleria segnando con il compasso il punto in cui la pinza taglierà, rifinendo i bordi con il levacoste e cucendo punto dopo punto ogni singolo pezzo.

Sono i suoi lacci che nominano definitivamente una LÙSac.

Andrea, il sellaio, li chiude con i nodi del velista che ha nel cuore e nelle mani, mani che legano ogni Amica alla sua LÙSac e me alla LÙSac dei miei ricordi.

Il Packaging: una borsa nella borsa

Upcycling! Non un packaging qualsiasi

La borsina con cui te la consegno, Amica di LÙSac, ha lo stesso DNA della sacca che hai scelto: quello del Riciclo creativo, del non spreco, del Riuso e della consapevolezza che sono solo queste tre le strade che abbiamo davanti per preservare il nostro futuro.

Riciclo creativo – Upcycling, come è scritto sull’etichetta – perché le Pezze di cui si compone il packaging vengono dal tavolo della sarta che ha cucito la tua LÙSac.

Sono i ritagli di ciò che rimane dopo tutte le lavorazioni. Perché sprecarlo? Perché non dare una nuova possibilità a tanta bellezza e colore?

la LÙSac Upcycling è il risultato del RIUSO, la puoi utilizzare, è semplice, pieghevole e sta in una mano.

La Consegna

“Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.” (Lao Tse)

Mi piace pensarla così la consegna di ogni LÙSac: una farfalla che spicca il volo dopo una lunga trasformazione.

Di mano in mano è volata fino a te, che l’hai scelta quando era solo un pacchettino di pezze e che ora puoi metterla in spalla per partire con lei.

Adesso la LÙSac parla di te al mondo. Parla di bellezza, attenzione al dettaglio, voglia di viaggiare e fare nuove scoperte, e di tutte le storie che vorrai raccontare solo a chi saprà davvero vederle.

In Spalla: inizia il viaggio

Sono bellissime le immagini, le fotografie e i messaggi che parlano del nuovo VIAGGIO di LÙSac.

In spalla ad ogni Amica e Amico, che sia al lavoro, in bicicletta, in cima alla montagna o in giro per il mondo, la LÙSac è in perenne viaggio e cammina insieme a ad ogni Amica di LÙSac.

È arrivata in cima alle Alpi, a Mallorca e Tenerife, in Toscana, in Scozia e in Cina, in Australia, in Portogallo, a Londra e passando sulla Via Francigena.

Il tempo di uno scatto, un vero ricordo e non un ritratto vanesio, ed è pronta a ripartire.

Cambiano i paesaggi, gli angoli di mondo, le storie, ma a me che le ricevo sembra che dicano sempre: “guarda dove siamo arrivate, guarda cosa stiamo facendo.”

la LÙSac Friends

Dalla prima LÙSac in poi sono tanti gli Amici e le Amiche che popolano le mie giornate.

E adesso ci sei tu Amico, Amica: la LÙSac che stringi fra le mani è un pezzo bespoke, unico come te.

Portala con l’orgoglio di mostrare chi sei: una persona che ha ridato vita a qualcosa che era stato dimenticato e che lo ha fatto perché il mondo è casa sua, un posto colmo di bellezza e di cui prendersi cura.

testi di Serena Piazza

illustrazioni di Cinzia Zenocchini

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